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Reportage

 

La ferrovia Como - Lecco compie 130 anni:

la ricorrenza commentata da un Oggionese.

di Angelo Ripamonti

 


Questo autunno l’alta Brianza è interessata da una ricorrenza importante: l’11 Novembre del 1888 veniva infatti inaugurata ed entrava in servizio la linea ferroviaria Lecco-Como, 130 anni di storia per una strada ferrata che contribuì, non poco, all’emancipazione della nostra gente e al progresso della nostra terra.
Che bello rivivere le emozioni del ricordo andando indietro nel tempo, agli anni di quando da piccolo con la mia famiglia viaggiavo per l’Italia con il “rapido”, di quando da studente prendevo il treno a vapore delle 7 per andare a Lecco e poi, dal 1969, tre anni di lavoro in ferrovia a Milano sui Trans Europe Express…!
Nella celebrazione di questo giorno, tanti ricordi contribuiscono a rafforzare sentimenti che mi portano a dedicare alla nostra ferrovia Lecco-Camerlata questo doveroso omaggio, rendendo partecipi tutti gli appassionati che amano il loro treno o che lo hanno utilizzato in passato.
Dal 1879, la Comunità di Oggiono, ha dato un contributo notevole e interessante alla storia di questa linea ferrovia, scrivendo molte pagine importanti e indimenticabili… la sua stazione, riferimento per molti suoi abitanti, studenti e lavoratori, da qui per loro si sono spalancate le finestre sul mondo… lo scalo ferroviario, che ha consentito alle aziende dell’oggionese di trasportare il frutto del loro lavoro, ovunque nel mondo…
Per vivere pienamente questo avvenimento, non dobbiamo dimenticare di onorare il ricordo dei tanti ferrovieri oggionesi e di quelli che ad Oggiono sono venuti ad abitare per ragioni di servizio: questi uomini e queste donne, meritano la nostra riconoscenza per l’impegno indefesso speso nel compiere il loro lavoro.
L’appuntamento per celebrare il 130° anniversario della sua inaugurazione dovrebbe essere per la prossima domenica 11 novembre, lungo tutto il percorso della ferrovia Lecco-Como, con eventi per sostenere e dare a questa linea un segnale di speranza per il futuro.  Mi sono interessato, ma al momento di scrivere queste righe, non ho avuto notizie di eventi programmati per l’occasione… sarebbe bellissimo che qualche Associazione organizzasse un treno storico, trainato da una gloriosa locomotiva a vapore e poter salire su una di quelle carrozze cento-porte per rivivere un’esperienza entusiasmante, fare un viaggio attraverso stazioncine di campagna, ammirare il paesaggio incantevole dell’alta Brianza… e passare dei bei momenti in compagnia… Sarebbe anche auspicabile che si organizzasse un convegno per catalizzare desideri e studi recenti sul tema del rilancio della ferrovia, un contributo utile per chi è preposto a programmarne lo sviluppo.

Due parole sulla Lecco-Como. Dopo l’unità d’Italia, nel 1865, il cambiamento delle prospettive e degli ordinamenti economico-sociali che si delineavano in tutto il nostro territorio, richiese l’ammodernamento innovativo del sistema infrastrutturale. La sentita necessità di costruire una rete ferroviaria, spinse le Istituzioni provinciali a dare l’incarico a eminenti ingegneri ferroviari per individuare un tracciato che meglio potesse rispondere alle aspettative della popolazione. La Legge del Regno n° 5002 del 27 luglio 1879, inserì la linea Lecco-Como nell’elenco delle ferrovie complementari da costruire, ma si dovette attendere la legge delle Convenzioni ferroviarie del 1885 per vedere assegnata la costruzione della linea alla Società delle Ferrovie Meridionali - Esercizio della Rete Adriatica. Fu così che anche il territorio della Brianza venne attraversato da una linea ferroviaria che univa i due rami del Lario, da Lecco a Camerlata e poi a Como, toccando anche il borgo di Oggiono. Da quel 20 Novembre del 1888, quei 42 chilometri furono percorsi ininterrottamente da sbuffanti locomotive e da cigolanti littorine, trasportando milioni di persone: professionisti, operai, studenti, sacerdoti, militari, massaie, turisti… che dire, un’umanità infinita. Questa ferrovia modificò profondamente l’organizzazione e la vita sociale del territorio brianzolo, allora caratterizzato da paesini isolati, consentendo ai nostri antenati di raggiungere più celermente le città capoluogo e da qui il resto della nazione, entrando in relazione con una dimensione più ampia della società.
Nel 1905, la gestione ferroviaria della Rete Adriatica, passando alle neonate Ferrovie dello Stato, provocò una miriade di petizioni e sollecitazioni al Governo riguardanti: il trattamento del personale, l'ammodernamento del materiale rotabile, le modifiche dell’orario per garantire le coincidenze e accontentare le esigenze dell’utenza e le agevolazioni tariffarie per i viaggiatori e le merci. Sfogliando le pagine della storia sorprende l’attualità di quelle lontane vicende: la fatica e le speranze delle popolazioni di allora in un futuro migliore, sono le stesse speranze ed attese della popolazione di oggi.
I processi che hanno riguardato lo studio, il progetto e la realizzazione della linea Lecco-Como, sono state estremamente complesse, non solo per le difficoltà tecniche di esecuzione, ma anche per ciò che ha condizionato l’approvazione e soprattutto la realizzazione del progetto: intrecci politici, finanziari, economici, culturali, societari e interessi di campanile. Tra i primi sostenitori di una ferrovia attraverso la Brianza, (per motivi sociali economici, ma anche strategico militari), vanno ricordati Carlo Cattaneo l’esule italiano residente in Ticino, il prefetto di Como, la Deputazione Provinciale, Deputati e Senatori alla Camere nazionali, tanti Sindaci, tanti imprenditori illuminati e facoltose autorità.
In questi 130 anni, centinaia di riunioni, dibattiti e fiumi di inchiostro hanno cercato di dare una risposta concreta ai problemi di questa linea, tentando di individuare le ragioni del suo profitto poco remunerativo: distanza delle stazioni dai centri abitati, scarsa affidabilità del sistema ferroviario, lentezza dei mezzi, coincidenze, pulizia, degrado delle stazioni, sicurezza… e maggior economicità efficienza del trasporto su gomma.
Ai giorni nostri però quelle locomotive di 130 anni fa, guidate da temerari macchinisti con la faccia sempre annerita dal carbone, non sbuffano più, quel tracciato scavato nella roccia di un paesaggio ubertoso da centinaia di operai con pala e piccone, quei caselli ferroviari che ospitavano le famiglie dei ferrovieri e che oggi sono vuoti o messi all’asta… sono ricordi che ci spingono a riflettere… 
Da allora, parecchie vicende hanno modificato la collocazione amministrativa della ferrovia Lecco-Como. Scampato il pericolo di essere chiusa essendo stata inserita nell’elenco dei rami secchi, il suo esercizio, mantenuto prima da FS e Trenitalia, dal 2009 è passato di competenza di Trenord. Bisogna rimarcare il fatto che fino a pochi anni fa, il tratto da Lecco a Oggiono e Molteno faceva parte della linea Lecco-Como delle Ferrovie dello Stato e per andare a Milano con la “Besana” bisognava cambiare a Molteno. Da qualche tempo le ferrovie hanno privilegiato l’asse S7, Lecco Besana Milano e questo nostro tratto fu abbinato a quella linea. Ne consegue, purtroppo, che per andare da Oggiono a Como bisogna cambiare a Molteno.
Oggi, su quel tracciato, recentemente riqualificato da RFI, corrono bellissimi e comodi treni Stadler… siamo ancora qui, però, a constatare che quanto fatto non è stato abbastanza per rilanciare la linea. Ad ogni cambio di stagione assistiamo a continui cambi di orario, annunci societari di riorganizzazione, avvisi di cancellazioni di corse e reiterati disagi dei pendolari…  I nostri Consiglieri Regionali e le Associazioni di Pendolari sono molto attivi nel dialogo con le società, ma la negoziazione per ottenere miglioramenti è molto complicata. 
Alle Istituzioni e alla Società ferroviaria la Comunità chiede decisioni concrete per intercettare nuove utenze, sviluppando soluzioni che, oltre a migliorare il collegamento delle località importanti come Lecco, Oggiono, Cantù e Como, consentano anche di offrire servizi di congiunzione tra le stazioni e le località vicine alla linea e ai luoghi di grande interesse culturale, per sviluppare il cosiddetto turismo lento… questo è importante, ed è un vero peccato che la linea Lecco Como non riesca a decollare! Se non altro per l’aspetto del miglioramento rispetto della sostenibilità ambientale di tutto il territorio.





Due immagini della stazione di Oggiono nel 1930. Con la freccia è indicato il nonno dell'autore.


La stazione di Oggiono negli anni '30. Sulla sinistra la rimessa locomotive della M.M.O.

 

 

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