Il monte Barro
Grazie a Massimo Ciarloni per l'importante contributo offerto per la stesura di questo articolo
Il Monte Barro, interamente compreso nell'omonimo parco regionale, si trova presso Lecco, a sud ovest delle Grigne ed è delimitato dall'estremità orientale del Lago di Como, dal lago di Annone, dal lago di Garlate e dalla sella di Galbiate: si tratta di un rilievo calcareo-dolomitico alto 922 m, completamente isolato dai monti circostanti e direttamente affacciato sull'alta pianura, costituisce un vero avamposto delle Prealpi Lombarde verso la Pianura Padana.
Il Parco del Monte Barro, situato alle porte di Milano, è caratterizzato da un ambiente naturale facilmente accessibile che concentra in una superficie relativamente modesta molteplici motivi di interesse naturalistico, storico, archeologico e paesaggistico.
L'area del parco è caratterizzata soprattutto da boschi, praterie e rupi che ospitano un'eccezionale ricchezza floristica (oltre 1000 specie di piante in meno di 700 ettari!): l'inserimento nel distretto insubrico, gli eventi connessi alle glaciazioni pleistoceniche, il substrato calcareo-dolomitico ed altri fattori sono alla base della straordinaria biodiversità di questo piccolo monte. Data la sua posizione strategica inoltre il Monte Barro costituisce punto di passaggio per numerose specie di uccelli che vengono monitorati e studiati nella Stazione Ornitologica di Costa Perla, un ex roccolo riconvertito in osservatorio scientifico.
Accanto alle emergenze naturalistiche, le campagne di scavo archeologico hanno messo in luce, unico esempio in Italia, un vasto e articolato insediamento residenziale e militare di età gota (V-VI secolo), i cui principali manufatti sono esposti nell'Antiquarium presso il Centro Parco dell'Eremo. Il Museo Etnografico dell'Alta Brianza, realizzato nel borgo medievale di Camporeso, rappresenta infine un ulteriore polo di notevole interesse didattico.
Attualmente il Consorzio è proprietario di oltre 50 ettari su un totale di poco meno di 700 ha.
Il Monte Barro è un rilievo calcareo-dolomitico la cui geologia ha attirato l'attenzione di studiosi illustri, quali Antonio Stoppani e Giuseppe Nageroni; lo Stoppani in particolare ne descrisse la ricca fauna fossile triassica in una celebre pubblicazione. La geomorfologia del monte è legata sia all'ambiente carsico, sia all'abbondanza delle testimonianze sulle glaciazioni quaternarie: liscioni glaciali, morene e depositi fluvioglaciali, massi erratici; alcuni di questi ultimi presentano curiose cavità semisferiche. Secondo alcuni queste cavità sarebbero di origine artificiale, ossia dovuta all'azione dell'uomo, che in tale modo ricavava oggetti d'uso (ad es. mortai e macine) o strutture connesse allo svolgimento di riti sacri; altri autori propendono invece per una genesi naturale, secondo processi analoghi a quello che sarebbero alla base della formazione delle cosiddette marmitte dei giganti. Sta di fatto che sul monte Barro ne sono visibili alcuni tra gli esempi più eclatanti, come ad esempio il grande masso delle coppelle, un erratico di serpentino presente nell'area archeologica, e il sasso della pila, di ghiandone, situato nella porzione sommitale del monte.
Sul Monte Barro non mancano ulteriori presenze faunistiche di notevole significato. La presenza di un sistema carsico, con abbondanti acque sotterranee, consente la presenza di diverse interessanti specie di invertebrati sotterranei, tra cui diversi molluschi, minuscoli ma assai interessanti, e crostacei simili a gamberetti ma del tutto ciechi. I torrenti sono caratterizzati soprattutto dal Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes fulcisianus). Le numerose sorgenti disseminate nei boschi offrono molte possibilità di riproduzione per la Salamandra pezzata (Salamandra salamandra), mentre per facilitare la vita ad altri anfibi (quali rane, rospi e tritoni) il Parco ha realizzato stagni e laghetti.
Numerosi serpenti popolano le porzioni più assolate dei versanti e le fasce ecotonali tra il bosco e gli ambienti aperti; tra questi si segnalano la Vipera comune (Vipera aspis) ed il Saettone (Elaphe longissima).
Seguono qui sotto alcune fotografie.
Vista dell'abitato di Malgrate dal monte Barro.
Lecco visto sempre dalla vetta del monta Barro.
La strada che porta al monte.
Il sentiero che conduce alla vetta.
La vetta del monte Barro.
Panorama visibile dal monte Barro. Cliccare sull'immagine per vederla più grande.
Panorama visibile dal monte Barro. Cliccare sull'immagine per vederla più grande.
Testi tratti da:
- Parco Monte Barro - Pagine ufficiali dell'Ente Parco.
http://www.parks.it/parco.monte.barro/
- Parco Monte Barro - Pagine ufficiali dell'Ente Parco - L'Area Protetta.
http://www.parks.it/parco.monte.barro/par.html
- Consorzio Parco regionale Monte Barro
http://www.parcobarro.it/
Fotografie e testi per gentile concessione di Massimo Ciarloni.
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