Il Civico Museo di Erba
Civico Museo di Erba |
Sede: |
Villa Comunale di Crevenna, Via Ugo Foscolo 27
22036 Erba (CO) |
Giorni e orari di apertura al pubblico: |
Martedì ore 9.00 -12.00
Mercoledì e venerdì ore 14.30 - 18.00
Ingresso libero |
Contatti: |
Telefono e fax 031 - 3355341
E-mail: museoerba@libero.it |
Responsabile: |
D.ssa Barbara Cermesoni |
Il Civico Museo di Erba, istituito nel 1961, è stato aperto al pubblico nel 1964 presso Villa Majnoni.
Nel 1977 è stato trasferito nella Villa Comunale di Crevenna, Villa Ceriani-Bressi, attuale sede. La villa, risalente alla fine del 1700, fu costruita su disegno dell’architetto Gianluca Gavazzi della Somaglia per commissione della famiglia Ceriani.
Il museo è sorto quale realtà intermedia tra i Musei di Como e di Lecco e data la posizione geografica di Erba, allo sbocco della Vallassina e all’inizio della Brianza collinare, si propone come Museo del Territorio dell’ Alta Brianza e del Triangolo Lariano.
La Villa Comunale di Crevenna, attuale sede del Museo.
Nel 1999 è stato rinnovato l'allestimento, allo scopo di fare del museo di Erba un vero e proprio museo del territorio, in grado di illustrare le caratteristiche salienti del luogo, la storia geologica e paleontologica, la storia del popolamento umano nell'antichità e quella più recente.
I reperti provenienti da altre zone d'Italia e da paesi esteri sono esposti nell'ultima sala.
Il materiale proveniente dall'Alta Brianza e dal Triangolo Lariano è stato disposto nelle varie sezioni seguendo un criterio cronologico che risale all'indietro nel tempo poiché si è voluto richiamare la situazione cui si trova di fronte l'archeologo quando opera su un'area di scavo: infatti esso incontra per primo ciò che è più recente e scavando più in profondità si immerge sempre più nel passato.
All’ingresso del museo si trova una serie di oggetti che rappresentano i simboli di ogni sezione. Partendo dallo stemma visconteo del XV secolo, passando ad una piccola ara di epoca romana si arriva infine a dei fossili di ammoniti rinvenuti sull’Alpe Turati o Alpe del Vicerè.
Stemma Visconteo del XV secolo.
Le prime due sale sono dedicate all'Età Moderna: da vedere in particolare sono l'affresco di Andrea De Magistris del 1490 raffigurante la Madonna del Latte tra San Rocco e San Sebastiano, proveniente dall'ex abbadia di Sant' Antonio; un mappale originale del Catasto Teresiano; il pulpito ligneo proveniente dalla chiesa plebana di Sant' Eufemia di Incino.
A sinistra, Andrea di Gentilino (1490): Madonna, San Rocco e San Sebastiano, affresco.
A destra, pulpito con baldacchino del tardo XVII secolo, proveniente dalla Chiesa di Sant'Eufemia.
Un dettaglio dell'affresco, in cui si leggono la data e la firma dell'autore.
Il mappale del Catasto Teresiano.
Particolare del mappale del Catasto Teresiano, con descrizione della città di Erba.
Proseguendo, si arriva alla sala dedicata al Medioevo: qui si trova il reperto di maggior rilievo: una spada longobarda con impugnatura decorata ad agemina d'argento, proveniente da Parravacino d'Erba, che trova un unico confronto in Italia nella spada di Ciringhelli di Verona.
Spada longobarda in ferro con pomo ageminato in argento, inizio VII secolo.
Fra i più importanti reperti esposti nelle sezioni riguardanti l'Età Tardoantica e Romana vi sono i corredi funebri di tombe rinvenute ad Albavilla, Erba, Tavernerio, Onno, Valbrona e Lasnigo; un'urna cineraria in marmo che fu reimpiegata nella costruzione di un muro della sacrestia della chiesa di Sant'Eufemia di Incino e tre armille in bronzo con estremità a testa di serpente trovate negli scavi di una villa di età tardoantica a Ponte Lambro.
La vetrina contenente i reperti di Pontelambro e Valbrona.
La quarta sala è dedicata alla Preistoria: si possono ammirare i materiali dell'età del Rame e dell'età del Bronzo rinvenuti nelle tombe di Canzo e nell'insediamento – anch'esso dell'età del Bronzo – che si trovava sulla riva settentrionale del lago del Segrino, insieme a materiale litico che va dal Paleolitico all'Eneolitico. Questa sezione si chiude con un palo di palafitta ritrovato nel Lago di Pusiano, che possiamo vedere nell'immagine seguente.
Palo di palafitta appartenente ad una struttura lignea di età preistorica (Lago di Pusiano, Isola dei Cipressi).
Le due sale successive ospitano reperti paleontologici, alcuni resti di Orso delle caverne recuperati nella grotta del Buco del Piombo e i ritrovamenti fossiliferi (ammoniti) provenienti dalla zona dell'Alpe Turati.
Nelle due immagini, la teca contenente i resti dell'orso.
Esempi di reperti fossiliferi custoditi nel Museo.
Nel cortile della villa dominano ai lati della scala due massi-avello che costituiscono il vanto del Museo di Erba (unico museo ad avere dei massi-avello nelle sue collezioni): uno ritrovato a Fraino di Asso e l'altro a Magreglio. I massi-avello sono massi erratici in cui è stato scavato un avello: essi sono prerogativa del territorio del Triangolo Lariano e la loro datazione si colloca probabilmente nella seconda metà del VI secolo.
Ai lati della scalinata, i massi-avello del Museo.
Il Museo svolge anche attività culturali e didattiche con conferenze, mostre, visite guidate anche sul territorio e la pubblicazione delle collane "Quaderni Erbesi" e "Monografie dei Quaderni Erbesi".
Attraverso tali attività esso si propone di portare a conoscenza del pubblico esperienze di vita maturate e vissute nel corso di millenni e di stimolare una ricerca che avvenga attraverso un approccio rigoroso e scientifico.
Testo di Barbara Cermesoni, fotografie di Stefano Ripamonti. A cura di Monica Ripamonti.
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