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Breve storia della Meteorologia

La storia della Meteorologia inizia nell'antica Grecia, con i primi trattati scritti da Arato, Teofrasto e Aristotele nei quali si accenna alla previsione del tempo. Siamo attorno al 250 a.C.
Successivamente sappiamo che gli Arabi, tra le altre cose, studiarono l'atmosfera, ma sull'esito dei loro studi ci è pervenuto pochissimo, a causa del loro notevole riserbo. Fino al Medioevo, dunque, (epoca in cui la Meteorologia rivestì tra l'altro grandissima importanza ma non fece alcun progresso) gli scritti di Aristotele e dei suoi discepoli furono vera e propria legge.

Per una svolta decisiva dobbiamo attendere il 1500: è a partire da questo periodo, infatti, che, grazie anche al contributo prima di Leonardo da Vinci, poi di Galilei e poi ancora di Torricelli, comicia veramente a formarsi un pensiero scientifico e a nascere i primi strumenti (tra cui il barometro). A questo punto, negli anni a seguire, si sussegono ulteriori scoperte e invenzioni (l'igrometro, l'anemometro, lo psicometro) e vedono la luce le scale di misurazione della temperatura tutt'oggi usate (la scala Celsius, ad esempio, che è del 1736).

A partire dalla seconda metà del 1700, si cominciano a rilevare quotidianamente dati meterologici (in Italia, nel 1763, nasce l'Osservatorio meteorologico di Brera) e si abbozzano le prime previsioni meteo con i dati rlevati dal barometro, dal termometro e dall'igrometro.
Ma è con l'invenzione del telegrafo che si ha una vera e propria svolta. La possibilità infatti di poter scambiare i dati tra varie stazioni rese possibile la creazione di una rete di osservazioni sinottiche che portò, per la prima volta, alla realizzazione della prima carta meteorologica.
A questo proposito, nel 1845, Le Verrier pregò i vari meteorologi di alcuni paesi di trasmettergli i dati rilevati (soprattutto quelli di pressione) nei giorni 12, 13, 14 e 15 novembre. Incrociando i dati, Le Verrier realizzò la prima carta meterologica, grazie alle ben 250 segnalazioni pervenutegli.

Ben presto ci si rese conto che importantissime erano anche le osservazioni in quota e non solo al suolo: fu così che, grazie all'invenzione della radio, nel 1927 venne realizzata la prima radiosonda (pallone aerostatico dotato di diversi strumenti che trasmettono - man mano che questa sale in quota - i dati in tempo reale ad una stazione ricevente posta a terra).
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie allo sviluppo tecnologico, la Meteorologia fece enormi progressi: l'avvento dei calcolatori, l'impiego dei radar, la messa in orbita di satelliti (1960) rese possibile, una volta per tutte, di disporre di una mole notevole di dati (possibile anche da elaborare grazie alla potenza sempre crescente dei computer) oltre che di una osservazione continua dell'atmosfera a tutte le quote.

Ed eccoci arrivati ai giorni nostri. L'avvento di Internet e di siti specializzati, ha reso possibile la nascita di centinaia e centinaia di piccole stazioni meteorologiche anche amatoriali (tra cui quella di Erba S. Rocco) che hanno infittito ulteriormente la rete di rilevamento.
Lo scambio di dati è istantaneo e, grazie anche alle potenzialità offerte dalla rete, è oggi possibile a chiunque sia interessato e possieda un minimo di competenza, visionare carte meteorologiche di tutti i tipi, radar delle precipitazioni e immagini dal satellite per poter tracciare una sua previsione.

 

 



 
       
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