Laghi, fiumi, rogge e falde: una grande riserva d'acqua |
Benché importanti, non sono solo i monti a caratterizzare l'alta Brianza: diversi laghi, tutti di origine glaciale, circondano la zona e formano, assieme a fiumi, torrenti, falde, rogge e risorgive un complesso sistema idrico che garantisce, anche nei periodi più siccitosi, una notevole abbondanza di acqua. Il fulcro di questo complesso sistema idrico sia superficiale che sotterraneo si trova proprio al centro dell'alta Brianza, sul Pian d'Erba.
I laghi dell'alta Brianza.
Per meglio chiarire il complesso inquadramento idrogeologico che caratterizza il Pian d'Erba e l'alta Brianza in generale, segue qui sotto una cartina che lo rappresenta seppur in modo molto semplificato (dal momento che non considera alcuni torrenti come il Bova oppure le numerose rogge sparse nel Pian d'Erba).
Come si può notare i laghi sono cinque e appartengono a tre bacini fluviali differenti: il lago di Montorfano, quello più occidentale, appartiene al bacino del torrente Seveso; i laghi di Alserio, Pusiano e Segrino al bacino del fiume Lambro; il lago di Annone, quello più orientale, al bacino dell'Adda.
Sull'origine di questi laghi ci sono pochi dubbi: essi sono infatti
laghi intermorenici. I geologi ritengono infatti che, nell'ultima glaciazione Wurmiana, spesse lingue del ghiacciaio Abduano siano scese dalle Alpi (Valsassina e Vallassina) fino al Pian d'Erba e probabilmente anche oltre, verso l'alta pianura. Il territorio dell'alta Brianza, quindi, nell'era Quaternaria (cioè negli ultimi 1,8 milioni di anni) doveva essere ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio.
Ricostruzione dell'espansione dei ghiacci sull'alta Brianza realizzata da Giorgio Acherman,
del Gruppo Naturalistico della Brianza. Per gentile concessione, riproduzione vietata.
Nelle successive fasi climatiche, decisamente più miti, le lingue glaciali, retrocendendo, abbandonarono depositi mortenici dalla caratteristica forma semilunare (collinette moreniche). Nelle depressioni, scavate dai ghiacci e subito retrostanti queste colline moreniche, si formarono quelli che oggi sono proprio i laghi briantei.
Del resto molte sono le prove dell'attività dei ghiacciai sul territorio: sono un valido esempio i caratteristici
depositi moprenici (Rissiani e Wurmiani) presenti sui pendii (osservabili in molte zone dell'erbese) fino all'altezza raggiunta dal ghiaccio nei fondovalle, così come il notevole numero di massi erratici ben visibili ancora oggi sui monti del circondario.
Per ulteriori approfondimenti sul glacialismo in alta Brianza vedi questa pagina.
L'alta Brianza in generale ma in particolare la piana su cui sorge la città di Erba è geologicamente un terreno di tipo alluvionale (cioè molto ghiaioso/sabbioso ed assai permeabile) dal momento che è attraversata dal Lambrone, cioè un tratto del fiume Lambro che è stato artificialmente incanalato (dopo lunghe peripezie) nel 1845 e che sfocia nel lago di Pusiano.
Prima che fosse arginato, nei lunghi periodi di pioggia, decine e decine di rigagnoli che normalmente correvano nella pianura dove adesso sorge la parte bassa della città, si ingrossavano, si univano e allagavano tutta la zona, spesso sommergendo pure parte di Incino ed accumulando montagne di deriti quali sabbie, ghiaie, limi e torbe. La situazione, alla fine del 1700, era degenerata talmente tanto che il corso del fiume aveva abbandonato del tutto l'alveo originale. A tale proposito, la più disastrosa inondazione che si ricordi - stando alle cronache dei tempi - deve essere stata quella provocata dall'alluvione del 1799 in cui l'acqua giunge fino alla chiesa di Sant'Eufemia. Proprio a seguito di questo evento ci si convinse una volta per tutte dell' incombente necessità di incanalare artificialmente il corso d'acqua.
I detriti, marnosi ed argillosi, trasportati in centinaia di anni dal fiume Lambro, si sono via via accumulati e depositati tanto che, con molta probabilità, quelli che oggi sono i laghi di Alserio e di Pusiano, un tempo dovevano essere uniti a formare un unico grande invaso, quello descritto nel I secolo d.C. da Plinio il Vecchio e da lui chiamato col nome di lago d'Eupili.
Il Lambrone a Erba, poche centinaia di metri prima di sfociare nel lago di Pusiano (visibile in fondo).
Oltre al fiume Lambro, esaminando l'idrografia superficiale del pian d'Erba, non si può non citare il torrente Bova, secondo corso d'acqua per importanza nel territorio di Erba, e le diverse rogge che scorrono dalle colline verso la pianura fino a gettarsi nei laghi di Pusiano, Alserio o nel fiume Lambro, come la roggia Cavallara, la Molinara o, ancora, la Ghiringhella.
Idrografia del Pian d'Erba (Fonte: Comune di Erba).
Il lago situato più a Ovest è quello di Montorfano; è uno degli specchi d'acqua più puliti di tutta la Lombardia. E' posto ad una altitudine media di 390 m slm e ha una superficie di 0,450 Kmq. La profondità media si aggira attorno ai 4.10 m, mentre la profondità massima rilevata è di 6.75 m.
Lungo le sponde di questo lago vi è un bellissimo lido, attrezzato con cabine, servizi e bar dove è anche possibile fare il bagno.
Lago di Montorfano.
Il lido del lago di Montorfano.
Ricovero per barche sul lago di Montorfano.
Procedendo verso Est, incontriamo poi il lago di Alserio (il nome deriverebbe dalla radice "ser" che significa - in lingua celtica - "acqua"). Secondo molti studiosi, all'inizio il lago di Alserio e quello di Pusiano dovevano essere uniti; successivamente poi, a causa dell'accumulo dei detriti alluvionali trasportati dal fiume Lambro, i due bacini si sarebbero separati, rimanendo comunque in comunicazione tramite dei canali secondari dai quali riprende origine, dopo essere sfociato nel lago di Pusiano, il fiume Lambro, che procede successivamente col suo corso fino alla bassa pianura, per sfociare, infine, nel Po.
L'altitudine media di questo secondo lago è di 260 m slm, la superficie totale si aggira attorno ai 1,230 Kmq; la profondità media è di 5.3 m, ma con punte di 8 m.
Veduta invernale del lago di Alserio da Carcano.
Il lago di Alserio ghiacciato.
Un altro bacino, forse il più famoso dell'Alta Brianza, è il lago di Pusiano. Solo dal 1922 di proprietà demaniale, dalle sue acque spunta un isolotto (chiamato Isola dei Cipressi), di proprietà di privati, molto caratteristico.
L'isola dei Cipressi (Foto di S. Ripamonti).
Il suo principale immissario è il Lambrone, che, dopo aver attraversato Erba, vi si getta presso il lido di Moiana. Un altro immissario è il torrente che dopo essere uscito dal lago del Segrino, discende fino a gettarsi proprio nel lago di Pusiano. L'altitudine media del lago è di circa 260 m slm, ha una superficie di quasi 5 Kmq, con una profondità media di 14.03 m e massima di 24.3 m.
Il lago di Pusiano, proprio per la sua particolare bellezza, è stato cantato e rappresentato in passato da poeti e pittori: Caio Plinio Secondo parla di un grande lago, l'Eupilii, riferendosi, con molta probabilità, al lago di Alserio e Pusiano che un tempo erano uniti; il poeta Giuseppe Parini cantò ne "La vita rustica" lo splendido paesaggio che lo circonda, definendolo "vago Eupilii": "Colli beati e placidi / che il vago Eupilii mio / cingete con dolcissimo / insensibil pendio". Anche il pittore Segantini rappresentò lo specchio d'acqua in uno dei suoi celebri dipinti, quello che poi intitolò "Tramonto a Pusiano", come pure Alessandro Durini nel suo "Lago di Pusiano".
Il lago di Pusiano. Sulla sinistra, è visibile una parte dell'Isola dei Cipressi.
Il lago di Pusiano in primavera visto da Eupilio.
Il lago visto da Bosisio Parini in una giornata ventosa.
L'emissario del lago del Segrino (immissario di quello di Pusiano) poche decine di metri prima della foce.
Il più piccolo dei laghi briantei è quello del Segrino; è anche lo specchio d'acqua posto più a Nord rispetto agli altri, proprio sopra al lago di Pusiano. La conca che raccoglie le sue acque presenta un profilo a U e questa caratteristica mostra come sia stato effettivamente scavato da una lingua glaciale, durante l'ultima glaciazione Pleistocenica. Il lago è alimentato fondamentalmente da sorgenti sublacustri che contribuiscono a loro volta a rifornire di acqua l'unico suo emissario, che esce dalla parte meridionale del bacino e che va a gettarsi un centinaio di metri più sotto, nel lago di Pusiano.
L'altitudine media è di 370 m slm, la superficie è di appena 0.378 Kmq, la profondità media è di 3 m con un massimo di 8.5 m.
Lungo il perimetro si sviluppa una bellissima passeggiata riservata a pedoni e biciclette (per ulteriori approfondimenti clicca qui).
Giochi di luce sul lago del Segrino parzialmente ghiacciato (Foto A. Ripamonti e G. Pontiggia).
Classico incontro con la fauna lacustre.
Il lago del Segrino ghiacciato.
L'emissario del lago del Segrino (immissario di quello di Pusiano) poche decine di metri prima della foce.
Il lago di Annone si trova nella parte più orientale dell'Alta Brianza. E' diviso in due bacini dalla penisola di Isella, una stretta lingua di terra che penetra per circa un chilometro nel lago. La parte più orientale è anche la più vasta ed è chiamata anche lago di Oggiono o, in dialetto, "ul laach" ("il lago"); la parte più occidentale è invece più piccola e per questo è chiamata "ul laghet" ("il laghetto"); le estremità comunicano tramite un canale largo poche decine di metri e profondo due. Questo bacino, che è il più esteso tra i laghi briantei (5.5 Kmq), è circondato da diversi rilievi: a nord-est il monte Barro, a nord dal Cornizzolo, a sud da bassi rilievi della Brianza orientale. E' alimentato principalmente da sorgenti sottolacustri e da torrenti dalla portata però irregolare e spesso in secca, tra cui il Roncaglio, il Pescone, il Molinatto). Possiede anche un emissario, che è il Rio Torto. Il lago ha una profondità media di 9 m ed è situato ad un'altitudine di circa 220 m slm.
Il lago di Annone. Sullo sfondo, il monte Cornizzolo.
Flora e fauna sulle rive del lago di Annone.
Il lago di Annone visto da Oggiono (LC) al tramonto.
Tutti questi laghi, ad eccezione forse di quello di Montorfano e, in parte, per quello del Segrino, sono stati purtroppo vittima dell'inquinamento, a causa degli scarichi delle industrie sorte sulle loro sponde a partire dai primi decenni del 1900.
Tuttavia, a partire dagli anni '80, questi bacini sono divenuti aree protette, considerati dalla Regione Lombardia come "Parchi di interesse sovracomunale".
Negli ultimi anni si sta riscontrando un miglioramento della qualità delle acque e quindi dello stato di "salute" della ricca flora e della fauna lascustre. Da alcuni anni, ad esempio, si sta cercando di ripulire il lago di Alserio: l'operazione non è affatto semplice e il lavoro è lungo, ma i segni di un miglioramento sembrano comparire.
(C) Copyright 2005-2011 S. Ripamonti, A. Ripamonti e G. Pontiggia.
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